FAGIOLINO e l’incantesimo del Mago
L’eroe del teatro dei burattini: Fagiolino torna in una nuova mitica avventura.
Il coraggioso burattino si ritroverà a dover affrontare un mago cattivo, il terribile Orco Masticabrodo ed un drago che il malvagio mago ha messo di guardia del bosco incantato ma non sa che il perfido drago in realtà al suo interno nasconde la bella Brisabella … Alla fine di questa antica favola del teatro dei burattini emiliani, diventerà la moglie del valoroso Fagiolino.
La soluzione della storia è nelle mani, anzi nel bastone di Fagiolino che con questa storia si riconferma nel ruolo di salvatore di donzelle.
Niente paura, non mancherà la presenza dell’inseparabile amico di Fagiolino: Sandrone a cui ne capiteranno di cotte e di crude.
La Bambina della Stella Gialla
Lo spettacolo è ispirato a una delle tantissime testimonianze giunte fino a noi e rielaborata da Maria Antonietta Centoducati, attrice e drammaturga. La testimonianza è quella di Ada Gentili, ebrea di Trieste, sopravvissuta ad Auschwitz(dove ha perso la madre, il padre, la sorellina) ma potrebbe essere la testimonianze di altri centinaia di ebrei che hanno vissuto sulla loro pelle la terribile e atroce esperienza dei lager nazisti. Il racconto inizia quando nel 1938 arrivano le famigerate leggi razziali e l’obbligo di indossare LA STELLA GIALLA (da qui il titolo La bambina dalla stella gialla). Il 7 dicembre 1943 Ada e la sua famiglia vengono DEPORTATI ad Auschwitz. Ada è selezionata tra quelli ABILI AL LAVORO e si salva perché sana, robusta, forte. Qui incontrerà un altro ragazzo di Trieste di nome Bruno, la loro amicizia diventa forte e con lui cercherà di scappare, senza esito, dal lager. In seguito Bruno, ferito a una gamba durante il lavoro, verrà poi portato nell’infermeria. Da allora, di Bruno, si perdono le tracce. Ada riuscirà a tornare a Trieste, una città distrutta dai bombardamenti, e troverà soltanto una cugina sopravvissuta anche lei al lager.
Fagiolino, Sandrone e Fata Smemorella
Benvenuti nel bosco incantato di Fata Smemorella…
dove le favole succedono all’incontrario, arriva con la sua simpatia e determinazione tra magie e caos a riportare la fantasia dei bambini in un mondo magico.
Insieme a Smemorella i suoi compagni di avventura Fagiolino, Sandrone e Cenerentola che si ritrovano nel mondo alla rovescia dove può accadere di tutto.
Sembra di stare in uno specchio in cui tutto è capovolto. E così il mondo alla rovescia va avanti al di là dell’immaginazione e della fantasia.
Trasportato nella leggerezza di uno spettacolo per bambini e famiglie, il tutto viene proposto con una simpatica narrazione, un felice connubio tra teatro d’attore e burattini dove il Il mondo alla rovescia è impersonato da una fata sgangherata, un po’ vecchietta e un po’ sbadata, che si trova catapultata in un bosco fatato dove tutto va al contrario e insieme ai suoi amici burattini che incontra lungo il suo percorso, prova a sistemare fiabe disfatte.
Tra gag e improbabili trucchi magici, la storia arriva al termine e chiude con una bellissima filastrocca di Rodari che inneggia la fantasia e le favole alla rovescia!
PERCHE’ RACCONTARE OTELLO SARZI
Otello era un poeta di teatro, di quel teatro che parlava a tutti, grandi e piccini, bisognosi di capire e apprezzare la vita, l’arte, il mondo. Nomade tra i popoli ne raccoglie i segreti con curiosità e con altrettanto amore diviene maestro di quelle arti che stanno ……ndosi lentamente inglobate ormai dalle nuove – vecchie tecnologie. Otello si è lasciato derubare con generosità, da tutti quelli che ha incontrato. Lui e la sua famiglia sono stati partigiani e antifascisti , hanno sempre lottato e lavorato parlando all’intelligenza di quel pubblico popolare, con al modestia e la determinazione di chi vuole costruire un mondo migliore e più giusto. Per raccontare Otello serve la parola, il teatro, la luce. Le sue mani erano poesie danzanti. I sui burattini essenza caricaturale del genere umano, i pupazzi abili strategie e magiche intrusioni dell’immaginario fantastico. Bisogna farlo vivere ancora attraverso un dialogo tra le sue opere e la sua storia, per lasciare traccia, perché ci si orienti verso una visione poetica dell’esistenza. Per dare all’arte dei burattini il giusto amore, attraverso la vita di un grande maestro.